Cosa vedere in Guatemala? Scopriamolo con Pechino Express
Ci sono quelli che odiano a prescindere i reality show e ci sono quelli, invece, che ne sono affascinati. Forse noi facciamo parte del secondo gruppo di persone, perché stiamo seguendo attentamente le puntate di Pechino Express. In realtà, che piaccia o no il programma televisivo, ci sta facendo conoscere alcuni luoghi distanti migliaia di chilometri dall’Italia e che noi vogliamo raccontarti attraverso il riassunto dei luoghi e delle curiosità conosciute durante la scorsa puntata.
Sei pronto a conoscere un po’ più da vicino il Guatemala? Prepara la valigia… si parte!
Cosa vedere in Guatemala
Prima di sapere cosa vedere in Guatemala, vediamo dove si trova questo paese.
Il Guatemala è uno degli stati che compone l’America centrale. Confina nella parte settentrionale con il Messico e a nordest con il Belize, nella parte meridionale con El Salvador e l’Honduras. Il tratto di costa più lungo affaccia sull’Oceano Pacifico, quello più corto – nella parte orientale – è bagnato dalle acque del Mar dei Caraibi.
Lo stato del Guatemala si porta dietro un passato grandioso reso tale dalla popolazione Maya. Quando l’impero romano si allargava all’area mediterranea, la città di El Mirador rappresentava quella con più abitanti (circa 100.000) dell’America pre-colombiana. Sebbene El Mirador sia completamente scomparsa sotto la foresta tropicale, il Guatemala offre tanti luoghi dove poter conoscere la civiltà Maya.
Nella scorsa puntata di Pechino Express seguendo le coppie concorrenti abbiamo ammirato i primi luoghi guatemaltechi. Curioso di sapere cosa vedere in Guatemala?
Tikal
È una delle città in rovina appartenute all’epoca dei Maya. La sua estensione la colloca al primo posto tra le città maya e rappresenta anche uno dei siti maya più antichi. Nel periodo di massimo splendore il territorio di Tikal comprendeva circa 200 templi. Il sito maya si trova nella parte settentrionale del Guatemala, precisamente nel Parco nazionale di Tikal, ed è stato dichiarato Patrimonio Unesco nel 1979.
Tikal è situato nel dipartimento di Petén, ovvero il dipartimento più esteso del Guatemala. Petén è il dipartimento con la più alta concentrazione di siti maya e può essere considerato un museo a cielo aperto, che racconta la gloriosa storia di una delle più importanti civiltà pre-colombiane.
Rio Dulce

Uno spettacolo creato dall’opera di Madre Natura. Il fiume Dulce è un emissario del lago de Izabal e collega questo ad un secondo lago El Golfete.Lungo le sponde del fiume si trovano diverse strutture ricettive, nonché ristoranti e uno yacht club.
Proprio all’uscita del Rio Dulce dal lago de Izabal è stato installato un ponte che collega Fronteras a El Relleno. In questo punto si erge il Castello de San Felipe de Lara. Il castello è stato costruito strategicamente sul punto più stretto del Rio Dulce grazie ai conquistadores ed è stato utilizzato da questi per secoli allo scopo di difendere i territori dai pirati inglesi.
Il Rio Dulce, dopo aver abbandonato il lago El Golfete, si insinua in direzione est creando delle gole dalle pareti alte fino a 90 metri. Un paradiso che si trova all’interno del Parco nazionale di Rio Dulce.
Una curiosità: in questi luoghi è stato girato il film “Le nuove avventure di Tarzan” nel 1935.
Quiriguà
Partiti da Tikal e dopo aver attraversato il Rio Dulce, i concorrenti si sono diretti verso Quiriguà nella parte meridionale del Guatemala, quasi al confine con l’Honduras.
I primi segni di una presenza maya risalgono al III secolo, mentre la costruzione dell’acropoli al 550 e il periodo di maggiore sviluppo all’VIII secolo. La città riveste una particolare importanza per via dei numerosi ritrovamenti di statue. Alcune di queste sono considerate tra le più preziose. Tra i reperti venuti alla luce, ci sono alcune stele. La più impressionante, nonché la più grande stele Maya, è alta 10 metri per un peso di circa 60 tonnellate.
Guatemala: curiosità e tradizioni
Cioccolato
Il popolo Maya fu il primo a coltivare la pianta del cacao a cavallo tra le terre oggi appartenenti a Messico e Guatemala. Il popolo guatemalteco ha ereditato una tradizione millenaria. Le coste pacifiche hanno visto sorgere una produzione agricola arrivata intatta fino ai giorni nostri e di cui noi possiamo beatamente deliziarci.
Tra le varie leggende che avvolgono l’origine della pianta del cacao, ci piace nominare quella azteca. Una principessa fu lasciata dal suo sposo partito per una guerra a custodire un enorme tesoro. I nemici giunsero fino a lei e cercarono di scoprire dove questo fosse nascosto, ma lei non rivelò loro il segreto e venne ucciso. La pianta del cacao nacque dal suo sangue ed è per questo che i suoi semi sono amari come la sofferenza, ma forti ed eccitanti come il coraggio della principessa.
Il cioccolato era utilizzato nei cerimoniali e veniva aromatizzato con peperoncino, vaniglia o pepe. I semi di cacao erano così preziosi, che venivano usati come moneta.

Quetzal
Si chiama così la moneta del Guatemala, il cui nome deriva dall’uccello simbolo di questo paese americano. Il motivo risiede nell’importanza che i Maya davano alle piume del Quetzal. Esse venivano utilizzate proprio come moneta.
Il Quetzal venne adottato nel 1925, eliminando definitivamente il peso guatemalteco. É suddiviso in 100 centavos.
Gioco della palla
I popoli precolombiani amavano giocare ad un gioco simile al calcio. Era un gioco diffuso in tutta l’America centrale data la quantità di campi trovati. Per i Maya il nome del gioco era pitz.
Ancora oggi non si conoscono precisamente le regole di gioco. Qualcuno afferma che si colpisse la palla con le anche. In alcuni campi da gioco si sono ritrovati dei cerchi in pietra, attraverso i quali la palla doveva passare. Si tratta, però, di una regola aggiunta successivamente. La palla utilizzata era di gomma e poteva pesare fino a 4 chilogrammi.
Sebbene fosse solo un gioco a cui partecipavano tutti, anche donne e bambini, esso rappresentava una sorta di rituale al termine del quale potevano esserci sacrifici umani. Infatti alcune testimonianze raccontano dell’utilizzo del gioco come uno strumento per risolvere questioni evitando di entrare in guerra.
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